I fiori mi dicono addio,
Scrollando in giù le
corolle,
Perch’io mai più
rivedrò
Il suo volto e il
paese natio.
Non importa, mia cara, non importa!
Li ho visti ed ho visto
la terra,
E accolgo questo
brivido tombale
Come se fosse una
nuova carezza.
E poiché penetrai l’intera vita
Passandole dinanzi
sorridendo,
Mi dico ad ogni
istante
Che a questo mondo
tutto si ripete.
Verrà un altro, e che importa! La tristezza
Non cancella chi
parte: per la donna
Abbandonata e cara
comporrà
Il successore un canto
ancor più bello.
E nel silenzio ascoltandolo
Dal nuovo amante
l’amata,
Di me può darsi si
ricorderà
Come di un fiore che
non si ripete.
Sergej Aleksandrovič Esenin
[1925]
(Traduzione di G. P. Samonà)